Carrozza
Misure Elettriche
Frequentemente, dietro le nuove locomotive
in corsa prova, si può vedere agganciata una carrozza variopinta con tanto di
pantografo. Trattasi della Carrozza Misure elettriche che mi ha sempre attratto
sia per la sgargiante livrea sia perché montava un pantografo simile al 52 FS;
questi congegni mi hanno sempre appassionato (tanto da realizzare svariati
modelli per il solo gusto di costruirne i pantografi) per cui, avendola avuta a
portata di obiettivo nel corso di una visita al Deposito Locomotive di Firenze,
ho deciso di intraprendere la costruzione di questo rotabile.
Per
realizzarlo vi sono diverse strade possibili: costruire integralmente cassa, tetto e telaio partendo da lastrine
di polistirene di diverso spessore; fare disegni adatti alla fotoincisione su
zinco (i noti CT del dr. Briano)
od ottone; cercare
di fare un "fritto misto" con pezzi
recuperati da altri modelli. Avevo già intrapreso la seconda strada quando la
Lima è uscita con le sue belle carrozze tipo Z in perfetta scala H0. Il classico
cacio sui maccheroni,
visto che la carrozza misure elettriche è state tratta al vero da una
delle carrozze prototipo del tipo Z;
proprio di questa carrozza mista di prima e seconda classe, esiste anche
un modello Roco di qualche anno fa
(vedi IT 119, pagina 58) che sarebbe
l'ideale per questa trasformazione... se fosse ancora in catalogo! Del
modello Lima (articolo 309522-1) si
utilizza tutto, seppur con qualche
modifica o aggiunta, e la trasformazione non presenta difficoltà salvo
una verniciatura un po' laboriosa.
Per
prima cosa lo si smonta completamente, cercando per quanto possibile di non rompere
troppi incastri (quelli del tetto sono i più delicati!): per evitare che si
richiudano man mano che si va avanti ad aprirli, consiglio di inserire tra i
pezzi una carta telefonica o un cartoncino. Conviene incominciare dal centro
delle fiancate del telaio, dove gli incastri sono abbastanza morbidi, poi si
disimpegnano quelli più robusti delle testate, posti sotto le pedane degli
intercomunicanti; si tolgono l'arredamento interno e i vetri, poi si passa al
tetto, tenuto da 12 dentini alquanto fragili: più che stringere il tetto per
disincastrarli conviene allargare le pareti della cassa, partendo sempre dal
centro e aiutandosi con uno spessore come in precedenza; io ne ho rotti alcuni
ma li ho incollati con un piccolo rinforzo, lasciando loro un po' di
elasticità, specialmente a quelli alle estremità della cassa. Dopo aver messo
da parte i pezzi che non vanno modificati (carrelli, ganci, parte dei vetri,
intercomunicanti e aggiuntivi vari) si iniziano i lavori di modifica.
Tetto
Con un seghetto praticate due tagli verticali profondi 3 mm a 17
mm e 65 mm circa da una testata (che in seguito sarà la testata pilota); con un
taglierino o un seghetto da traforo seguendo le linee congiungenti le estremità
dei tagli, completate l’asportazione della fettina di tetto per creare il vano
per il pantografo, il cui centro dovrebbe trovarsi a 40,8 mm dalla
testata. Prendete poi due lastrine di
polistirene da almeno 2 mm di spessore (meglio 4 mm), sagomatele come la
curvatura del tetto e incollatele all'interno del tetto stesso per costituire
le pareti del vano pantografo, in modo che metà spessore faccia presa sul tetto
e metà sporga. A colla asciutta date
alla parte sporgente delle due pareti una leggera inclinazione in modo che
l'apertura alla base risulti 3 mm più stretta rispetto alla sommità del tetto.
Ciò fatto, incollate una lastrina di polistirene da 1 mm di spessore a chiusura
del fondo dell'apertura fatta, rifinendo –ove necessario- con stucco per
polistirene e carta vetrata finissima ad acqua quella che sarà la base
d’appoggio del pantografo. Infine con
una lametta tenuta a 90° rispetto al tetto o con carta abrasiva finissima
asportate le due cannellature più basse del tetto, al vero non presenti sulle
carrozze Z della serie "Eurofima".
Lungo la mezzeria dell'imperiale e a partire da 1 mm dal vano
pantografo, incollate quindi il praticabile, cioè un rettangolino di
polistirene da 5 mm di larghezza per 215 mm di lunghezza e 0,5 mm di spessore,
sul quale avrete incollato in precedenza da un lato del tulle da bomboniere a
imitazione della lamiera striata e dall'altro un profilato di polistirene a U
da 3x 1 mm lungo 215 mm (fatto in casa o Evergreen), a imitazione delle
canalette di protezione dei cavi AT che corrono sotto il praticabile. Trapanate
poi i fori per il fissaggio del pantografo che intendete usare (tipo 52 Lima,
Rivarossi o GT) nonché quelli per la piastra con gli scaricatori a corna e
statico, per il passaggio dei cavi AT all'interno della cassa, per il fissaggio
delle piattine AT delle testate, della tromba e del fischio.
Per la piastra degli scaricatori procedete
come segue: su una lastrina d'ottone o latta di minimo spessore praticate sette
fori del diametro di 0,4 mm come da disegno; nei due più al centro saldate o
incollate da sotto un filino di ottone piegato a U (da 0,4 mm di diametro,
lungo 9+3+9 mm). Sulle gambe da 9 mm della U che sporgono inserite due tubetti
bianchi lunghi 1,5 mm (ricavati da guaina di filo telefonico, per intenderci
quello bianco e rosso che si trova spesso per terra vicino alle centraline
Telecom) e poi piegatele come da disegno ingrandito; il risultato è accettabile
e adatto ai meno esperti; chi ha più esperienza può tagliare i bracci della U sopra
gli isolatori e sulle punte può saldare o incollare i caratteristici
triangolini con le corna. Da un tondino da 3 mm di diametro di polistirene o
ottone, tornito o sagomato a lima previo inserimento nel mandrino di un
trapano, ricavate lo scaricatore a stato solido. Fissate il complesso con
quattro spezzoni di filo da 0,4 mm inseriti nei quattro fori perimetrali e
piantateli nel tetto, interponendo quattro isolatori da 1 mm fatti sempre con
guaina telefonica. Le piattine AT sono ritagli di una scatoletta di tonno con 6
fori da 0,4 mm per il fissaggio dei filini che le ancorano al tetto con
interposti 6 tubetti di gomma rossi (solita guaina telefonica). Al centro della
testata pilota fate poi un foro di 2,5 mm di diametro nel quale inserirete un tubetto di ottone od altro materiale ad
imitazione del terzo faro.Una volta fissati con colla cianoacrilica (ATTENZIONE ALLE DITA !!! seguire le prescrizioni del fabbricante) i collegamenti dei cavi AT sul tetto, il
complesso può considerarsi terminato.
Telaio e
cassa
II telaio ha bisogno solo di un diverso
posizionamento di alcuni particolari e
dell’aggiunta di altri abbastanza semplici da realizzare. Quasi tutti i pezzi da aggiungere consistono in
blocchetti di polistirene o legno di vane dimensioni, da incollare uno accanto all’altro ad imitazione delle casse di
batterie, dei convertitori statici, del gruppo elettrogeno Diesel e di altre apparecchiature. Le casse delle batterie e i serbatoi già stampati da
Lima, da riposizionare come nel
disegno, si prelevano dal telaio
tagliandoli con una lama ben affilata
per non rovinarli; le alettature, piccoli rilievi, targhe e cornici vane degli altri cassoni si possono
disegnare su polistirene da 0,25 mm di spessore e incollare sui blocchetti
stessi dopo averli ritagliati o incisi
con un
taglierino.
Una volta incollati i vari. pezzi, la posizione di inserimento del telaio rispetto alla cassa risulta vincolata perché il motore Diesel deve essere posto dal lato della testata pilota, pertanto gli scalini pieghevoli di questa testata dovranno essere eliminati e sostituiti da altri: uno fisso più piccolo sotto la porta di servizio (ottenuto con due punti metallici tagliati a L, saldati sotto un rettangolino di latta da 2x6 mm) e da due piccolissimi per i manovratori (2x3 mm) sotto gli spigoli.
Solo se il modello deve rimanere in vetrina si può montare il serbatoio del gasolio sotto la testata pilota come da disegno, perché così facendo si preclude la possibilità di rimontare il timone di allontanamento del gancio. Il serbatoio è un semplice tondino di 6 mm di diametro, lungo 11,5 mm.
Poiché
le fiancate della cassa non sono simmetriche, per comodità di esposizione le chiameremo “lato griglia" e
“lato portellone".
Incominciate dal lato
griglia tenendo presente che, se siete
disposti a tollerare un'imprecisione di
qualche decimo di millimetro potete evitare di rifare diversi
finestrini. Fate una fotocopia in
scala 1:87 del disegno e posizionatela
sulla fiancata: guardandola controluce
decidete quali finestrini siete
disposti a tenere e quali vanno assolutamente rifatti. Preparate tanti
rettangolini di polistirene da 1,2 mm
circa di spessore e incollateli
all'interno dei finestrini da
modificare. Stuccate eventuali
fessure e le incisioni delle porte e
carteggiate per ottenere una parete
perfettamente liscia, ma fate
attenzione a non rovinare la griglia
esistente a metà cassa. Riprendete la
fotocopia in scala e incollatela con 4
punti di colla vinilica sulla parete per segnare con uno spillo gli angoli delle nuove aperture da fare e la carenatura da asportare; inumidite poi la fotocopia per staccarla, aprite i nuovi finestrini
e preparate a parte tanti rettangoli di
polistirene (spesso 0,25 mm circa e di grandezza pari alla cornice esterna dei
finestrini), incidetene leggermente la parte interna da asportare e incollateli
(con colla per polistirene) al centro delle nuove aperture. Lasciate asciugare
la colla e poi aprite completamente le luci dei finestrini: in questo modo si
evita di rompere le cornici durante la lavorazione. La testata pilota necessita del rifacimento della porta di
intercomunicazione e dell'apertura dei due finestrini di testata ma prima di
aprire i due finestrini è meglio procedere con una lima per praticare la lieve
rientranza obliqua visibile nella fotografia della testata pilota. L'altra
testata richiede meno lavoro perché le porte degli intercomunicanti possono
essere considerate accettabili e il resto delle modifiche consiste
nell'apertura dei due finestrini circolari e in piccoli pezzi di polistirene da
0,5 mm incollati sulla cassa
e sagomati con una lima a imitazione dei connettori dei cavi. Asportate la carenatura (parte bassa della
cassa segnata in precedenza) e incollate un rettangolo di polistirene in
corrispondenza del motore Diesel (lato griglia) per simularne la protezione.
Passate al lato portellone e, dopo aver aperto i finestrini con lo stesso
sistema già descritto, ritagliate il portellone da una lastrina di polistirene
da 0,25 mm di spessore. Incollate il portellone della cabina AT dopo avervi
inciso con un punteruolo il disegno della griglia del finestrino; con squadra e
taglierino incidete leggermente i contorni della porta anteriore di servizio e
di quelle posteriori. Aggiungete i
particolari delle serrature, maniglie,
eccetera e anche la cassa è terminata: si può passare alla coloritura.
Date
alla cassa una mano di fondo azzurro, colorate il tetto di grigio e il telaio
di nero semilucido e poi armatevi di tanta pazienza per realizzare le fasce
gialle laterali e bianco-rosse della testata pilota. Se non volete farvi una maschera per la coloritura a spruzzo,
disegnate a matita i bordi dei vari colori e poi con mano ferma riempite le
strisce servendovi di un pennellino sottile. Le scritte gialle "Carrozza Misure Elettriche" e
azzurre "DIREZIONE CENTRALE -
MATERIALE RO-TABILE UFF 3°" si stampano con un computer o si realizzano
con trasferibili adatti: Helvetica nero corsivo alto 5,3 mm per le scritte
grandi, caratteri normali da 1,2 mm per le scritte piccole. Dopo una
riparazione nell'estate '96 il vecchio logo FS è stato sostituito dal nuovo e
le scritte azzurre sono
state variate in
"SPERIMENTALE - PROVE ELETTRICHE FIRENZE".
A questo punto potete rimontare dei vari pezzi (tetto sulla cassa,
vetri utilizzati, telaio, ganci, carrelli) e il vostro modello è pronto per il
collaudo sul plastico o per la vetrinetta.
G.
Di Modica
Disegni
costruttivi, fotografie dell’originale e altri particolari del modello sono
stati pubblicati sulla Rivista “I
Treni” (n. 182 del maggio 1997 pag.44), alla quale si rimanda.
Dal
modello sono stati ricavati alcuni kits di montaggio per i partecipanti ai
Corsi di Modellismo del Gruppo.
Pur avendo realizzato il
modello da vetrina, ossia col serbatoio del gasolio che precludeva l’uso del gancio,
la voglia di riprodurre un vero treno effettuante prove mi ha portato a
studiare una modifica che permettesse l’uso sul plastico.
Poiché
è risultata abbastanza semplice la illustro.
Piegando una
piattina di ottone da 1,3x0,6 o simile si riproduce un dispositivo di
allontanamento del gancio come quello Lima salvo allungare la piega del
portagancio unificato NEM in modo da abbassarlo oltre i tubi dell’aria del freno. In questo modo si crea anche
spazio e non si interferisce né col serbatoio del gasolio né con i tubi. Il portagancio NEM si ottiene con un ritaglio
di latta (scatoletta di tonno o insalatissima, va tutto bene: basta ripulirla
dalla vernice protettiva, altrimenti è difficile saldarla. Se si usa colla non
occorre togliere la vernice). Se ne taglia una striscia larga 6,5 mm e si
avvolge intorno all’innesto di una barra di accoppiamento LIMA in modo da
ottenere un tubo quadro con l’interno da 3x1,5 mm.
È
ovvio che l’aggancio col primo vagone dovrà avvenire con una barra di
accoppiamento sagomata a Z per compensare la diversa altezza dal piano del ferro
del nuovo portagancio rispetto a quella standard.
Per
la barra se ne può utilizzare una Lima scaldata e sagomata ad hoc o farsela con
una piattina di ottone da 3-4 mm di larghezza copiando, con una lima, le due
code di rondine alle estremità.
Nel
mio caso la vite di fissaggio del telaio alla cassa è risultata proprio sotto
il dispositivo di allontanamento ed ho dovuto inserirla prima di mettere in
posizione quest’ultimo e incollare le piastrine entro cui ruota. Chi parte da
zero ovviamente la potrà posizionare in un punto più comodo.
Attualmente
la Carrozza Misure Elettriche circola in composizione con alcuni bagagliai, un
402B in kit in ottone realizzato durante un Corso G.I.B. in coda e un altro
402B in kit Cargo in testa , completo di scalette in ottone ripiegabili e
pantografi 1500V c.c. e 25.000 V c.a.
(altro kit del Gruppo).